I BUONI OSPEDALI, LA MALA SANITA’ E IL MALEDETTO DESTINO

In questi giorni di festa, purtroppo alcune notizie hanno sconvolta la nostra voglia di tranquillità e di normalità. Una, in particolare: all’ospedale Sant’Anna di Torino, una mamma di 39 anni, Angela Nesta, è morta, in circostanze misteriose, mentre stava per dare alla luce il suo primo figlio. La disgrazia non è accaduta durante il parto, ma durante le ore immediatamente precedenti, quelle del travaglio. Apparentemente le condizioni della donna erano normali, poi si è scoperto che durante la gravidanza era ingrassata di 44 chili (quando la media è di 9-12 chili in tutto), evidente segnale che qualcosa non andava. Poi, di mezzo, ci si è messo anche il maledetto destino, e nemmeno 7 medici presenti al momento in cui la donna si è sentita male sono riusciti nell’intento disperato di salvarle la vita. “Me l’hanno ammazzata!”, ha urlato, altrettanto disperato, il marito della donna, che – pensate – in un attimo ha perso tutto: l’amore della sua vita e il frutto del loro amore che lei teneva in grembo. In questi casi, di chi è la colpa? Dell’ospedale, dei medici, della loro negligenza, viene subito da dire: noi non possiamo sapere come sono andate veramente le cose, soprattutto se era umanamente possibile fare qualcosa per salvare la vita alla donna, oppure se il maledetto fato ci ha messo uno zampino troppo grande per noi piccoli esseri umani. Personalmente, conosco l’ospedale ginecologico Sant’Anna di Torino per fama (meritata fama, eccellenza della sanità italiana, almeno fino all’altro giorno) e per averlo frequentato – per motivi familiari – appena un mese fa. Sembra davvero un ospedale che funziona bene, con personale preparato e attento anche alle condizioni psicologiche delle pazienti (ci sono le future mamme al terzo piano, ma anche chi ha problemi “femminili” al secondo piano). Non è’ certo un ospedale da Terzo Mondo, come spesso di sente di dire a proposito di certe strutture pubbliche o private, di solito nel Sud d’Italia. Un buon ospedale ben attrezzato, con bravi medici, brave ostetriche e brave infermiere, può avere colpe nel peggiore dei casi di malasanità (perchè la morte di una donna mentre partorisce non può essere concepibile, nel 2015, eppure i casi sono ancora tanti, troppi)? Sulle responsabilità di chi e di come è successo, indagheranno gli ispettori inviati dal Ministero e la Magistratura (omicidio colposo contro ignoti, per ora: è questa l’ipotesi della Procura di Torino). Se c’è stato errore umano (“La tragedia forse è stata causata da un infarto”, ha detto il primario Chiara Benedetto) MAMMA E NEONATOverrà individuato e i colpevoli dovranno pagare. E sarà comunque una magra, magrissima consolazione per il marito e il papà che è rimasto in vita, con questo pesante fardello. Se di mezzo, viceversa, c’è soprattutto il maledetto destino avverso, c’è poco da dire, da aggiungere, da recriminare. Oppure, si, certo. Ma non più contro i medici. Bensì contro chi, da Lassù, appare sempre più distratto.

I “TEATROCI” STANNO PER ARRIVARE IN GERMANIA…

Quando ho proposto a Sandra Cartacci di ospitare la nostra commedia a Monaco di Baviera, presso la comunità italiana (che so essere frequentata anche da numerosi cittadini tedeschi, innamorato della nostra cultura) non mi aspettavo che mi prendesse sul serio. Ed invece, eccoci qui a presentare il nostro spettacolo “Cani, Gatti, Parenti e Affini” (“Von Hunden, Katzen, Verwandten und ahnlichen Geschopfen”, ma recitiamo in italiano, tranquilli…), in programma alla EinWeltHaus il prossimo sabato 12 marzo, con inizio alle 17. Per noi, è un grande onore. E, naturalmente, una splendida occasione per una gita culturale in una delle città più belle della Germania. Pensate che stiamo addirittura provando ad organizzare un pullman da 50 persone, con attori, mogli, mariti, figli, fidanzati, parenti…affini e fans: ce la faremo!
Quando dico “noi” intendo la nostra piccola compagnia teatrale filocomica, composta da una decina di attori, qualcuno alle primissime armi, qualcun altro con lunghe esperienze teatrale e canore nei palchi di tutta Italia (come la bravissima Erica Maria Del Zotto). La compagnia l’abbiamo fondata Gualtiero Papurello, medico veterinario doc, e il sottoscritto, giornalista-fantasista e attore-impresario a tempo perso. E’ successo tutto una notte del maggio 2013, al termine di una serata noiosa di poco divertenti prove con un’altra compagnia: ci siamo ritrovati davanti ad una birretta e chi siamo detti: “E se mettessimo su una compagnia nostra? Così almeno ci divertiamo”. Detto, fatto. Ci siamo registrati come associazione culturale senza scopo di lucro (quindi si guadagna zero!) e nel giro qualche mese abbiamo scritto un copione nuovo di zecca, “Cani e Gatti” per l’appunto, abbiamo trovato gli attori e ci siamo buttati a capofitto – con mesi e mesi di prove, tutti i lunedi sera – in questa nuova passione, che prima ti prende e poi non ti lascia più. Ci siamo chiamati “I Teatroci” perchè è un nome che fa sorridere, non si prende troppo sul serio e, quantomeno, permette di avvertire subito il pubblico del nostro livello…atroce. Poi, in realtà, noi “Teatroci” non siamo così atroci. Per il nome dell’associazione, viceversa, abbiamo pensato a qualcosa di più serio e più aulico: “Bolle di sapere”. Vi piace? Spero di si.
Nel 2015, anno del nostro vero e proprio debutto, abbiamo infilato ben 11 repliche, di cui 9 nel nostro Piemonte, una in Umbria e una in Emilia. Ci vantiamo, inoltre, di aver contribuito ad alcune buone cause, offrendo il nostro spettacolo assolutamente gratis, in modo da finanziare alcuni progetti sanitari e sociali (per una struttura ospedaliera, per l’ente protezione animali, per una associazione che si occupa di gatti, per il restauro di un teatro danneggiato dal terremoto). E di questi spettacoli benefici ne abbiamo in mente altri, ne faremo sicuramente altri. E anche di copioni ne abbiamo pronti altri: nel 2016, infatti, debutteremo con il nuovo show dal ttiolo “Vieni anche tu sull’auto blu”, una nostra esilarante (ma anche amara) versione della peggiore crisi economica degli ultimi 50 anni. E magari questo spettacolo ve lo presenteremo l’anno prossimo, chissà…
Dipende se vi piacerà “Cani, Gatti, Parenti e Affini”. Io dico di sì. E’ una commedia brillant-animalista ambientata in uno sgangherato studio veterinario di paese, dove i due veterinari – i dottori Papus e Tasso – accolgono con grande amore i loro pazienti a quattro zampe, e sono molto…pazienti con i loro insopportabili parenti. E di personaggi strani, in uno studio veterinario di paese, se ne vedono a bizzeffe…tra cui il mitico Lillo, la nostra mascotte, il miglior cane attore in una compagnia di attori…cani! Vi piace come trama? La nostra comicità è un po’ surreale, assolutamente non volgare e il testo quasi tutto in rima. Sappiate anche che il mago del copione è Gualtiero Papurello, un rimaiolo di prim’ordine, aiutato dal sottoscritto, da Erica Maria Del Zotto e da Luca Bertalotti, il quartetto che compone lo zoccolo duro del gruppo. Poi ci sono gli altri, bravissimi e sempre motivatissimi, nonostante i mille loro impegni di lavoro: Giorgia Giardullo, Federica Fulco, Caterina Fera, Vito Gioia, Marco Sarro, Marco Tancredi e il nostro tecnico Valter Varesco. Tutti bravissimi e velocissimi a cambiare personaggio e a cambiare vestito, come moderni “Fregoli” del teatro amatoriale. E poi, insomma, ci vantiamo giusto un cicinino per aver inventato (diciamo così) un nuovo genere teatrale: noi l’abbiamo chiamata “Commedia Macedonia, ogni pezzo, un gusto diverso”. Eh si, perchè in mezzo c’è di tutto: commedia, prosa, farsa, cabaret, musical, satira, magia, giocoleria e morale della favola. Anche per cercare di capire come mai sempre piu’ essere umani preferiscono la compagnia degli animali piuttosto che quella dei loro simili. E poichè il nostro “creativo” Gualtiero Papurello (in arte Papus) è inarrestabile, sta già pensando ad alcune modifche ad hoc nel copione per il pubblico che vive in Germania e ci verrà a vedere. Ha già annunciato la presenza di una certa Cancelliera e persino di un certo famoso cuoco italiano, tale Carlo Crucco…spettacolo!
Adesso, come dice Sandra Cartacci, non ci resta che sperare in una classica nuvolosa giornata bavarese (“è il meteo che condiziona tutto”, mi ha detto la Sandra) per avere un buon pubblico e divertirci per due ore tutti insieme, spensieratamente.  Dio sa se, di questi tempi, ne abbiamo bisogno. Per noi, comunque, è un sogno che si avvera: la nostra prima tourneè internazionale! E qualcuno di noi, oltre ai musei, si sta già organizzandosi come si deve per una abbuffata di birra…
Dopo questa opportunità, ci è venuta voglia di continuare. Continuare a fare spettacoli in giro per Torino e il Piemonte, certo, ma anche di fare qualche “colpo grosso”: ad esempio, stiamo provando ad organizzare qualcosa in beneficenza a Parigi. Dopo quello che è successo, ci piacerebbe tantissimo. Per noi avrebbe un grande significato. Ma intanto ci prepariamo a ricevere i vostri applausi e speriamo che il pubblico ci possa sopportare e  – parafrasando una battuta della commedia – che non ci voglia spernacchiare…
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IL DIO (DEL CINEMA) ESISTE!

BRUXELLESUna volta tanto, il titolo italiano “Dio esiste e vive a Bruxelles” è meglio dell’originale “Le tout nouveau testament” (Il Nuovo Nuovo Testamento) e il film franco-belga-lussemburghese di Jaco Van Dormael merita il meglio. Una pellicola geniale, surreale, toccante, poetica e al tempo stesso provocatoria e irriverente. Gli argomenti che tratta? Tutti quelli scottanti: la Vita, la Morte, Dio (e la mancanza di Dio), la Famiglia. La trama è semplice quanto affascinante: a Bruxelles, sotto un’eterna pioggia, vive un Dio cattivo, violento e che – con il suo computer – si diverte a fare del male agli altri, un Dio negativo interpretato da un Benoit Poelvoorde veramente e magistralmente insopportabile, al limite del barbonesco, La moglie lo subisce passivamente, un figlio è già scappato di casa ed è finito…in croce, ora tocca alla figlia di 10 anni, di nome Ea, ribellarsi al padre e alle cattiverie del mondo. Prima di fuggire alla ricerca dei suoi sei apostoli (tra questa spicca una matura e sempre affascinante Catherine Deneuve), la bambina (la straordinaria Pili Groyne, classe 2003) blocca il computer del padre “divino” e manda a tutti un sms con la loro data di morte. Poi fugge attraverso una lavatrice…Adesso che tutti conoscono l’ora della loro fine, per tutti la prospettiva di vita cambia diametralmente, a tal punto che tutte le guerre in tutto il mondo vengono sospese. Poi, su una spiaggia con un cielo colorato, in uno dei giorni da Giudizio Universale, l’orologio del tempo si ferma e torna indietro, cancella gli sms e i conti alla rovescia di ciascuno di noi e tutti torniamo alla nostra vita di tutti i giorni, fatta di felice o infelice incertezza. Quasi un finale da “E vissero tutti felici e contenti”. Tutti, tranne Dio, sempre più irascibile…

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