I 90 anni del “Re senza Corona”, Stirling Moss

La salute non è delle migliori, fa sapere l’amico tre volte campione del mondo di F.1 Jackie Stewart – che ancora possiede un autografo di Stirling Moss quando Jackie aveva appena dodici anni -, ma la testa di quel grande campione che è stato Sir Stirling funziona ancora bene.

Funziona ancora bene per ricordare il suo primo successo nel G.P. d’Inghilterra, primo inglese a vincerlo, nel 1955, sul circuito di Aintree, proprio a fianco dell’ippodromo.
Fu la prima delle sue 16 vittorie mondiali (con Mercedes, Maserati, Vanwall, Cooper e Lotus) e 16 pole position su 66 Gran Premi disputati.

Mai campione del mondo, però: ecco il perchè della definizione “Re senza Corona“, etichetta che non è mai dispiaciuta a Stirling Moss, anzi.
Quando Nigel Mansell si laureato campione del mondo di F.1 nel 1992 mi sono sentito sollevato. Avevo conservato la mia particolarità“, disse Sir Stirling.

La sua particolarità? Quattro secondi posti nel Mondiale di F.1 per quattro anni di fila (1955-56-57-58), l’ultima volta per un solo punto di distacco da Mike Hawthorn!

A metà degli anni ’50, la carriera di Stirling Moss – che aveva corso finora con piccole scuderie inglesi (HVM, ERA, Connaught) – ha un’impennata quando entra nella scuderia Mercedes, che – all’epoca come oggi – dominava il Mondiale di F1.
Alla Mercedes il primo pilota era il mitico Juan Manuel Fangio, ormai 44 anni carichi di gloria. Moss, a 26 anni, gli fu un perfetto “secondo”.

La leggenda narra addirittura che la vittoria nel Gran Premio d’Inghilterra del 1955, a cui abbiamo accennato prima, sia stato proprio un gentile omaggio di Fangio, che avrebbe lasciato vincere il compagno di squadra inglese nella corsa “di casa”.
Non ho mai saputo la verità“, dichiarò Moss in un’intervista a ‘Motorsport’. “Glielo chiesi, ma Fangio, con un sorriso, mi rispose: ‘Oggi sei andato fortissimo, era il tuo giorno’“.

Da compagni di squadra e amici a rivali il passo è breve.
Nel 1956, dopo il ritiro dalla corse della Mercedes, Fangio va alla Ferrari, Moss alla Maserati.
Sir Stirling vince, tra l’altro, a Montecarlo e due volte il Gran Premio d’Italia (1956 1957), ma l’argentino lo procede sempre nella classifica mondiale, nel 1956 (per appena tre punti) e nel 1957 – con Moss alla scuderia inglese Vanwall, vincendo di nuovo il G.P. d’Inghiterra -, quando Fangio conquista il suo quinto titolo mondiale piloti.

“Preferisco passare una serata a parlare di corse con Stirling Moss che una notte con Marilyn Monroe”.

Steve McQueen

Attore (1930-1980), appassionato di auto

Steve McQueen con Stirling Moss

 

Quando nel 1958 Fangio si ritira, Stirling Moss è il grande favorito per il Mondiale.
Ma lo “regala” a Mike Hawthorn su Ferrari per… troppa sportività.

Durante il Gran Premio del Portogallo, la giuria avrebbe voluto squalificare il ferrarista per un manovra pericolosa e marcia indietro dopo un testa-coda, ma Moss – vincitore della corsa – perorò la causa del rivale e la giuria confermò cosi il secondo posto di Hawthorn, con i suoi sette punti in classifica. Ecco spiegato quel punticino di differenza alla fine…

Un terribile incidente nel 1962, a Goodwood – rimasto imprigionato per oltre mezzora nella sua Lotus – gli procurò gravi ferite alla testa e, convinto di non poter tornare ad alti livelli, chiuse definitivamente con la F.1, ad appena 32 anni.

Ma il suo amore per i motori sarà consacrato negli anni a venire alle corse con auto storiche, lui che aveva vinto la Mille Miglia e la Targa Floria nel 1955 e molte altre corse, come la 12 Ore di Sebring, la 1000 Chilometri del Nurburgring e il RAC Tourist Trophy.

Una passione per le corse che, ne siamo certi, continua a scorrere nelle vene di Stirling Moss anche oggi, nel giorno del suo compleanno numero 90.

I 100 anni del “Campionissimo”

Fausto Coppi, il Campionissimo, l’Airone, uno dei più grandi ciclisti di tutti i tempi, compirerebbe 100 anni il 15 settembre.

Nato nel 1919 a Castellania, in provincia di Alessandria, Coppi è da sempre un simbolo dello sport italiano, ma anche della rinascita del nostro paese dopo la Seconda Guerra Mondiale – a cui Fausto sacrificò parecchi anni della carriera – e di un certo stile di vita nell’Italia del Dopoguerra che stava cambiando.

Ma soprattutto, è stato un grande campione.
L’albo d’oro parla chiaro: 5 Giri d’Italia (1940-47-49-52-53), 2 Tour de France (1949-52), 5 Giri di Lombardia, 3 Milano-Ssanremo, un Campionato del Mondo, il record dell’ora su pista e un’infinità di altre vittorie.

In mezzo, la Guerra, la prigionia, la tragedia del fratello Serse, l’amore per la *Dama Bianca*, la rivalità – strumentalizzata anche politicamente – con Gino Bartali.

Fino alla morte prematura, ad appena 40 anni.

Serse e Fausto Coppi.

Caserta è la città dove Fausto, dopo la prigionia in Tunisia e in Algeria, era stato trasferito nel febbraio del ’45 come attendente del colonnello inglese Towell.
A guerra finita, Coppi era partito in bici da Caserta il 30 aprile e, un po’ pedalando e un po’ grazie a passaggi di fortuna in automobile, aveva risalito la penisola semidistrutta, giungendo al suo paese nel pomeriggio di sabato 5 maggio.
Poco prima di arrivare a casa, aveva fatto una sosta a Villalvernia per salutare la fidanzata Bruna, che non vedeva da due anni e mezzo e che avrebbe sposato il 22 novembre di quello stesso anno.

La gente lo ama ancora, come prima, come sempre.
Come quei cicloamatori che – tutti gli anni a settembre – partono proprio da Caserta per arrivare a Castellania, ripercorrendo il “percorso storico” compiuto dal Campionissimo per tornare a casa.

800 km.
Semplicemente nel nome di Fausto Coppi.

In ricordo di Erika

Apprendo in queste ore, con tristezza e sgomento, la notizia della scomparsa di Erika Vaccaro, avvocato e attrice.
Per un breve e intenso periodo abbiamo condiviso la stessa passione per il teatro, con sabati pomeriggio e lunedi sera invernali di prove e con la prima dello spettacolo “Non tutti i mali vengono per…suocere”, appena 7 mesi fa.
Appena 7 mesi fa, sembra incredibile. Eravamo lì sul palco e adesso lei non c’è più.
Ci rimangono tante foto spiritose, qualche video allegro da vedere e rivedere e il ricordo di una persona tutta d’un pezzo.
Rip, Erika.