Le cabine telefoniche rosse sono salve!!!!

Oltre 5.000 cabine telefoniche pubbliche, ormai veri e propri oggetti di culto del made in England, saranno conservate nelle strade di Londra e delle altre città e villaggi inglesi.

Lo ha deciso OFCOM, l’autorità britannica regolatrice per le società di comunicazione.
L’organismo, infatti, si è pronunciato contro il “pensionamento” indiscriminato di quelli che restano mezzi di comunicazione fondamentali per alcune zone del Regno Unito.

Molte di queste cabine rimarranno soprattutto nelle aree del paese con minore copertura di telefonia mobile.

Niente più smantellamento selvaggio, come previsto dal progetto di British Telecom, colosso britannico delle telecomunicazioni.

Verranno, dunque, protette le cabine telefoniche rosse (in inglese: “red telephone boxes“) in base ad una serie di parametri che rendono la loro presenza necessaria: oltre alla copertura telefonica, qualora si trovino in zone isolate in cui avvengono spesso incidenti o casi di suicidio, oppure se in quel punto, nell’ultimo anno, sono state effettuate almeno 52 chiamate o se sono stati utilizzati i numeri di pronto intervento.

Anche se in epoca di smartphone sembrano obsolete relique del passato, le cabine telefoniche rosse possono ancora essere un’ancora di salvezza per le persone in difficoltà.

Stiamo tornando sul palco!

Con la riapertura completa dei teatri alla capienza del 100%, anche noi Teatroci siamo pronti a risalire sul palco (a dire il vero, lo avevamo già fatto anche il 9 maggio 2021, tra i pochissimi a farlo…) con la nostra nuova commedia, piena di tic e di risate…
Voilà la locandina della “prima”, prevista per domenica 12 dicembre al Teatro Sant’Anna di Torino!

 

Non dimentichiamo i vecchi “amici” di Facebook

Una cosa curiosa e socialmente interessante avviene con i “social”: se per un po’ di tempo, una persona che posta tante cose su Facebook (tipo me) non la vedete più, pensiamo che ci abbia tolto dagli amici o bloccato, oppure il maledetto algoritmo vi fa vedere solo sempre i soliti 30 amici. Poi vado a controllare e vedo che sono mesi che non pubblica niente su Facebook e mi sembra strano. Voi cosa fate? Io mi preoccupo: di chi ho un contatto diretto o il numero di telefono mi faccio sentire chiedendo “tutto bene?”.
Di solito, risponde “Facebook mi ha bloccato”. Altre volte, invece, nessuna risposta. Sparizione assoluta, dissolto nel nulla.
Capita anche a voi di affezionarvi agli ”amici” di Facebook?

Sempre meglio che lavorare…

E’ tornato il lavoro più bello del mondo: il cronista sportivo!
Nuovo campionato e nuove partite: spero di poter entrare (e pure uscire…) in tante postazioni da cronista, come questa – un po’ stretta – dello stadio “Carlo Zecchini” di Grosseto. Ma che bel lavoro!!! Sempre meglio che lavorare…

 

Che estate, questa estate di calciomercato!!!

E’ finito il calciomercato.
Altro che Donnarumma al Paris St.Germain, i veri colpi dell’estate 2021 sono stati il trasferimento epocale di Leo Messi dal Barcellona al PSG e il ritorno di Cristiano Ronaldo al Manchester United (salutando la Juve)!!! 

E quando i due fuoriclasse del calcio mondiale degli ultimi 15 e passa anni cambiano maglia, agli altri restano solo le brici0le…

 

Ciao, Gianfranco!

Qualche giorno fa è mancato Gianfranco D’Angelo. Oltre ad averlo conosciuto – come tutti – in televisione, soprattutto nel mitico programma “Drive In”, insieme a Ezio Greggio, personalmente ho avuto il piacere di intervistarlo nella mia trasmissione “Gentecheparla”, in onda su Quartarete Tv di Torino. La foto che pubblico si riferisce proprio a quel giorno: era il maggio 2009. Insieme a me e a Gianfranco, in studio, anche l’attrice Ivana Monti. Ricordo che, mentre la Monti faceva molto la star, con la richiesta di pagamento del taxi, D’Angelo in realtà fu molto più alla mano, simpatico come te lo aspetti che sia (e che molto spesso, con i comici, non accade: vedi Paolo Villaggio).
Gianfranco D’Angelo lo rivedo spesso in vecchi film anni ’70 e l’ho visto diverse volte a teatro, anche nel suo ultimo spettacolo “Sul Lago Dorato”, in cui fu bravissimo. Insieme all’amica e regista Erica Maria Del Zotto, lo vidi al Teatro Gioiello di Torino, proprio il sabato prima della chiusura di tutto causa Covid.
Almeno sono riuscito a salutare (e applaudire) Gianfranco D’Angelo per l’ultima volta. Mi ha fatto tanto ridere. Una cosa mica da poco. 

L’Italia s’è desta! Almeno nello sport…

Mai così tante medaglie alle Olimpiadi!
Tokyo ci regala il record di ori, argenti e bronzi, 40 medaglie!
Come ci ispira l’inno di Mameli, forse “l’Italia s’è desta”. Almeno nello sport. E, in particolare, nella regina degli sport: l’atletica leggere.
Vittorie attese per cinque anni (Gian Marco Tamberi), vittorie impossibili (Marcell Jacobs: chi l’avrebbe mai detto?), vittorie di marcia (Massimo Stano e Antonella Palmisano) e di vittorie in staffetta (Grande Filippo Tortu nella frazione finale!)

Mai così in alto la nostra atletica, nemmeno ai tempi di Pietro Mennea, Gabriella Dorio e Sara Simeoni…
Speriamo che la “politica sportiva” non si prenda meriti che non ha (i meriti sono degli atleti e dei sacrifici che fanno) e non rovini lo sport dilettantistico, lo sport di base, lo sport di tutti.
Le medaglie nascono da lì.

Team Italy celebrates after winning the men’s 4×100-meter relay final at the 2020 Summer Olympics, Friday, Aug. 6, 2021, in Tokyo. (AP Photo/Petr David Josek)

A quanto pare, va bene così. Ma a me no…

Non ho mai avuto particolare stima per chi indossa una divisa, troppo spesso viene usata solo come “potere personale”. Trovo, però, che il livello post-pandemia delle forze dell’ordine sia sceso a livelli infimissimi, credo dovuti ad ordini superiori.
L’altro giorno, alla stazione dei treni di Cervia, sono stato fermato dal solito zelante appuntato dei caramba, che mi ha scoperto in flagranza di reato: stavo guardando gli orari dei treni, dentro la stazione, senza la mascherina, che mi ero tolto per vedere meglio gli orari con gli occhiali, senza quel caxxo di appannamento a cui ci costringe la mutanda in faccia. Me lo fa notare con tono da Walker Texas Ranger (senza esserlo) e gli rispondo un po’ sgarbatamente, lo ammetto. Il caramba ringhia e mi chiede: “Dogumendi”. Faccio il bravo cittadino, esibisco la carta d’identità, il caramba dimostra di saper almeno leggere perché dice “Ah, abita a Torino. E che ci fa a Cervia?”. “Le ferie, guarda un pò”, gli rispondo.
Il salvatore della patria mi lascia finalmente andare, senza arrestarmi, e mi dispensa consigli non richiesti su come non far appannare gli occhiali con la mutanda in faccia.
Nel frattempo, la stazione ferroviaria di Cervia è piena di facce sospette con bustina nel taschino (si vede lontano un miglio che sono li per spacciare), gente che non credo che abbia nè il green pass nè tantomeno il permesso di soggiorno e – sdraiato sul bancone (non per terra, ma sul bancone) della biglietteria (chiusa) della stazione – c’è un barbone che dorme beato come un angioletto, ma non mi pare avesse addosso la mascherina….
Sarà andato a chiedere i “dogumendi” anche a loro, il nostro sagace 007 della Benemerita?
Non credo proprio.
Ma, a quanto pare, va bene cosi.
O no?