Qualche sera fa, in tv, ho intravisto un documentario dal titolo “La Grande Bruttezza” e ho subito intuito, dalle prime immagini, che si trattava di un filmato sulle condizioni di Roma, la nostra capitale. Il titolo, inevitabilmente – e anche senza troppa originalità – faceva il verso al film “La Grande Bellezza”, con il quale il regista Paolo Sorrentino, tratteggiando una dolce vita più moderna che però non c’è già più, ha vinto il premio Oscar. Il docu-film ha messo in risalto – con interviste a persone esperte di vari settori e che hanno pure lavorato al servizio del Comune – i tanti, mille problemi che angustiano Roma, con qualche riferimento di troppo (a parer mio) all’attuale recente gestione politica in Campidoglio, sede dell’Amministrazione Comunale. I problemi? La sporcizia. Le buche nelle strade. Il traffico caotico. La corruzione. Mafia Capitale. Le polemiche sui falsi centurioni romani. L’acqua razionata. E via discorrendo. Problemi enormi ed altri più piccoli, ma pur sempre problemi. Cose vere, intendiamoci: non inventate. Ma è perfino troppo facile sparare su Roma, sui suoi sindaci (di tutti i colori) che si sono succeduti negli ultimi venti e passa anni, sul “sistema-Roma”, marcio e corrotto. Di Roma, si può dire tutto il peggio possibile: sembra quasi permesso, quasi obbligatorio, come uno sport nazionale. Come le Fiat che fanno schifo, come Trenitalia sempre in ritardo, come Alitalia sempre in bolletta. Parlare male di Roma, insomma, non fa nemmeno più notizia. Ed è forse per questo che il documentario “La Grande Bruttezza” l’ho trovato piuttosto scontato e prevedibile. Soprattutto per me che, giusto qualche giorno prima, sono stato a Roma per una breve vacanza in compagnia di mia moglie, che a 40 anni non l’aveva mai visitata. Ma si può? E allora abbiamo rimediato.
Facendo – pur nella mia modestissima conoscenza della città – da Cicerone, devo ammettere che ci siano trovati molto bene, scoprendo (e riscoprendo, nel mio caso) una città più pulita del previsto, più organizzata del previsto, meglio servita del previsto, con mezzi pubblici efficienti e puntuali (anche fino al mare di Ostia). Saremo stati semplicemente fortunati? Tutto merito dei nostri “percorsi da turisti”? Forse entrambe le cose. In realtà, abbiamo usato la metro, gli autobus, i nostri…piedi e siamo stati soprattutto in centro e nelle zone limitrofe. E lì mi è piaciuto. Non solo passeggiare al tramonto tra Piazza Venezia, i Fori Imperiali e arrivare al Colosseo o godendoci uno strepitoso piatto di cacio e pepe di fianco alla Fontana di Trevi, ma “vivendo” anche le vie meno conosciute, ma più vive e reali, della città. A noi Roma è piaciuta. Molto. “La Grande Bellezza”, davvero. Sicuramente si può fare meglio nella gestione amministrativa della città, io non sono nessuno per poter dire come si fa e dove si deve intervenire e da dove cominciare, immagino soprattutto a partire dalla periferia, dalle periferie, degradate, di cui tanto si parla. Ecco, se qualcuno mi invita e mi fa lui stesso da Cicerone, mi riprometto – la prossima volta – di visitare anche la periferia, le periferie romane. Avrò sicuramente più materiale per risolvere questo dilemma su Roma: Grande Bellezza o Grande Bruttezza?
Io tifo per la prima.