Auguriiiiissimi a mio padre, il signor Guido, che il 14 marzo ha compiuto 82 anni! E pensa di averne 15 di meno………classe di ferro 1940!
(Nella foto, con il nipotino Santiaghino!)
L’8 MARZO E’ DEDICATO ALLE DONNE DELL’UCRAINA
Non è la Festa delle Donne, è la Giornata Internazionale delle Donne.
Non per la conquista dei diritti, perché i diritti – le donne – non devono conquistarli: devono averli già… di diritto!
Quest’anno, il 2022, l’8 marzo – con il suo significato simbolico, che va ben al di là delle mimose – lo voglio dedicato alle coraggiose donne dell’Ucraina.
Non credo sia necessario aggiungere altro.
IL NOSTRO SUPER EROE!
Il vestito di Capitan America gli sta ancora e lui, Santi, lo ha voluto rimettere a tutti i costi. Ci siamo affezionati, a questo costume: perchè Santiago lo ha indossato al Carnevale 2020, proprio l’ultima domenica prima dello scoppio del Covid, ad una festa organizzata in un centro commerciale.
Poi, l’anno scorso, senza festa, abbiamo fatto soltanto un po’ di foto con Santi vestito da pompiere (come il Pompiere Sam, altro suo idolo “giovanile”). E quest’anno – finalmente con una bella festa all’aperto, con tanti bambini – ha voluto di nuovo il suo abito da Capitan America (anche con la maschera con la A, ovviamente, che poi si è tolto!)
Detto, fatto: abbiamo accontentato il nostro super eroe!
GIVE PEACE A CHANCE!
Come la famosa canzone pacifista di John Lennon: “Give Peache a Chance”. Vale a dire: diamo una possibilità alla Pace.
Non mi pare, purtroppo, che sia nelle intenzioni dello Zar Vladimir Putin, che mai avrei immaginato potesse arrivare a questo punto.
Ormai siamo al Putin contro tutti e tutti contro Putin.
Come andrà a finire? Male, temo.
Non ci voglio nemmeno pensare.
Ma noi, una possibilità, alla Pace, vorremmo che fosse data davvero.
Maledetto guerrafondaio!
Non ci sono giustificazioni politiche, quando invadi un altro paese e rovini la vita a civili innocenti.
Rinasce il “vino di Leonardo”
C’è una vigna in centro a Milano, che non è una vigna come tutte le altre.
Si trova nei giardini della Casa degli Atellani, appartenne a Leonardo da Vinci e gli fu donata da Ludovico Maria Sforza, detto “Il Moro”, nel 1498, come pegno per aver dipinto una delle sue opere più famose: il Cenacolo.
“Questa vigna è di fatto il metodo di pagamento dell’ultima cena”, racconta Alessandro Cotroneo, Direttore della Vigna di Leonardo, che ha raccolto l’eredità e l’importanza di questa storia del passato e, ora, del presente.
“La storia fa riferimento a Ludovico ‘il Moro’, il Duca di Milano, che comprò questa casa per farne il punto di partenza del nuovo quartiere di Milano che voleva costruire. Si presentò a Leonardo da Vinci, che arrivava da Firenze, sedotto e abbandonato dai Medici: nel curriculum che Leonardo aveva consegnato al Duce, scrisse “saprei anche dipingere”.
Oggi la vigna – un tempo dimenticata – è rinata, grazie all’Expo 2015, all’interno dei filari originali.
Già nel 2007 vennero rinvenuti dei residui biologici vivi del vigneto originario, situato all’interno del giardino. Queste ricerche portarono al reimpianto del vitigno, la Malvasia di Candia Aromatica, detto anche il “Malvasia di Milano”: di fatto, il vino di Leonardo da Vinci.
Veramente un “Top Planet”….
Da alcune settimane – grazie ai “buoni uffici” dell’amico e collega Ezio Maletto – sono stato arruolato nella batteria degli opinionisti di “Top Planet”, programma a tinte bianconere che, da diversi anni ormai, è un punto di riferimento per tutti gli appassionati di calcio e, in particolare, per i tifosi della Juventus.
Io faccio la mia parte da bravo opinionista “super partes”, come dovrebbe essere – e spesso non è – ogni buon giornalista sportivo che si rispetti.
Grazie a Massimo Tadorni e ad Angelo Raffino, che – dalle frequenza di Videogruppo in Piemonte, da TeleLombardia e sullo streaming https://www.mediapason.it/top-planet/guardalo-in-streaming-top-planet/– mi ospitano nelle loro trasmissioni del pomeriggio e del matinèe, sempre in compagnia di ospiti interessanti, simpatici e competenti.
E, quindi, come per le occasioni speciali, bisogna mettersi in ghingheri. Ma, soprattutto, bisogna divertirsi.
E io mi diverto un mondo!!!!!!!
P.s. spero anche i telespettatori….
I 70 anni “rock” di Vasco Rossi
Fa una certa impressione scoprire che – lo scorso 7 febbraio – Vasco Rossi ha compiuto 70 anni: un’età da anziano in un’anima “rock”!
Ma l’anagrafe non deve ingannare: Vasco è ancora mooolto giovane dentro!
E mi fa ricordare, in effetti, di quando sono stato “veramente giovane” pure io: nel 1991 avevo quasi 21 anni e andai a vedere l’unico vero concerto della mia vita, quello di Vasco Rossi allo Stadio del Baseball di Firenze.
Mi ricordo chi c’era con me, quella sera dell’11 giugno di 31 anni fa? Direi proprio di sì: Guerzo con le sue immancabili “cartine”, Cippo, Sabbino e Berto. Mi pare proprio ci fosse anche un sesto, ma non ricordo chi fosse.
Viaggio di andata e ritorno in treno, Bologna-Firenze. Ritorno alla notte e, come disse uno di noi: “Siamo partiti in sei, torniamo in cinque”.
Ecco perché un sesto doveva proprio esserci…
Questo perchè avevamo perso di vista Cippo, il più “grande” di tutto, all’epoca baldanzoso 25enne un tantino…sbadato. Infatti, conoscendolo, dopo averlo perso di vista nella bolgia di fine concerto, abbiamo prima chiamato – da un telefono a gettoni – la polizia e poi l’ansioso padre, noto come “Gnagno”. Non molto preoccupati, nè i poliziotti nè il signor Zaniboni.
A dire il vero, ci eravamo preoccupati per niente, perchè Cippo ci aveva preceduti e aveva preso il treno prima per Bologna, arrivando a destinazione un’ora prima. Ed era lì dalla macchine ad aspettarci! Ma, all0ra, non c’erano mica i cellulari…
Più che delle canzoni di Vasco, mi ricordo l’atmosfera “ribelle” di quel concerto, il mondo in mano – almeno per una notte – ai noi giovani. Eravamo in una posizione da cui non si vedeva granchè e non si sentiva granchè, Vasco era un puntino sul palco, laggiù, e noi seduti a gambe incrociate sull’erba dello stadio. Se lo facessi ora, non riuscirei più a rialzarmi…
Un’esperienza “di amicizia” bellissima e unica, talmente unica da non essere mai stata più ripetuta, se non per un “Vota la Voce” in Piazza Maggiore a Bologna, forse lo stesso anno di grazia 1991…
Purtroppo – e incredibilmente – non ho foto di quel viaggio, di quel concerto, di quell’avventura: erano altri tempi “fotografici” e, probabilmente, non mi interessava immortalare quel momento, mi bastava viverlo…
Adesso farei migliaia di scatti!!!!!
Accidenti, non ho nemmeno conservato il biglietto: com’è possibile?
Per fortuna, ho conservato il ricordo, quello sì, di un Vasco Rossi, che quel giorno, aveva – facciamo i conti – 39 anni. E adesso, a 70, è sempre prepotentemente sulla cresta dell’onda.
“Eh già, sono ancora qua”, direbbe il Blasco da Zocca.
Grande intervista di Erica Vagliengo!!!!






