Queste foto la trovo meravigliosa: una fila ininterrotta di uomini non più giovanissimi, con la loro bella zucca pelata in mostra! Ormai da un po’ di anni, quasi dieci, di questa categoria ne faccio orgogliosamente parte anch’io. Fu un’amica a consigliarmi di “darci un taglio”, a zero o quasi, per ovviare ad una incipiente calvizie e per evitare il tremebondo effetto “riporto”. Io, ormai, non ci faccio più caso. Certo rimpiango un po’ i bei capelli andati e con un po’ di invidia invito i possessori di un bel bulbo ancora ben nutrito a farne buon uso (poi dico loro: “Alla tua età avevo anch’io un mucchio di capelli”, con conseguente segno di scacciajella…), ma per fortuna il commissario Montalbano e – prima di lui – Bruce Willis aveva sdoganato il fascino del calvo. Poi, intendiamoci, avere i capelli è molto meglio, ma si fa di necessità virtù, senza dover ricorrere necessariamente al toupet, al Cesare Ragazzi (una volta ci andai: mi chiese 20 milioni in comode rate) o al “gatto” di Antonio Conte… I non capelli me li tengo così, curati con rasoio e lametta, con una certa frequenza periodica e la necessità televisiva di darmi un po’ di cerone per evitare il riflesso maledetto dei riflettori. E per il resto, lascio parlare chi vuol parlare: calvi sinonimo di maggiore virilità? Chissà! Calvi questione di saggezza intellettuale? Chissà! Fate un po’ uno e un po’ altro, miscelate e otterrete un pelatone bello affascinante. Detto questo, mio padre a 76 anni ha tutti i capelli in testa, appena brizzolati, e mi guarda con un certo compatimento. Che devo dire? Dal suo punto di vista di “capellone”, forse ha persino ragione…..beato lui!